L’aria salata è un’opera prima che infonde un minimo di speranza, visto – e non mi stancherò mai di ripeterlo finché la situazione non migliora sensibilmente - il grigiore del nostro cinema, perché propone alla ribalta un bravo regista il quale, vista l’attenzione ottenuta con questo film, dovrà esser doppiamente bravo, come sovente non accade, a non crogiolarsi sugli allori e soprattutto a dimostrare che, son certo accadrà, con un diverso e più consistente budget non si perda in derive cervellotiche, come è accaduto a tanti dei suoi “illustri” colleghi compatrioti. In attesa dell’italico cinema che verrà, stendendo un velo pietoso su un buon settanta per cento (e sono generoso) della produzione cinematografica nazionale 2006/2007, godiamoci questa pellicola interessante, convinti (o speranzosi) che il bravo Angelini non tradisca le future aspettative. Il talento, a quanto pare, non gli manca.